Paga solo per i risultati -  Guadagna soldi con la

lunedì 10 gennaio 2011

SURFCASTING: INNESCHI DA RECORD


Ogni surfcastman sa bene che una volta arrivato al suo “hot spot” e dopo aver organizzato la sua postazione di pesca, giunge il momento della pratica più importante in questa fantastica tecnica: L’INNESCO.
Curiosando tra i vari spot e tra le postazioni di pesca ci si rende subito conto della fantasia di ogni pescatore intendo a creare il suo innesco personale pensato ormai da giorni.
Le variazioni sono infinite, infatti per descriverle tutte servirebbe un’intera raccolta annuale di riviste da pesca.
Ma ciò che fa davvero la differenza una volta arrivati in spiaggia è la scelta della variazione giusta, quella scelta in grado di far realizzare il sogno di ogni pescatore pronto a battersi contro il freddo e la pioggia per una magica cattura.
La prima scelta importante sarà quella dell’esca da utilizzare per il nostro INNESCO.
Il mercato ci offre un’enorme quantità di esche vive, le quali dovranno essere sempre presenti nel cassettone di ogni pescatore.
Ma dopo aver acquistato le esche vive, termineremo il “giro” in pescheria dove completeremo il nostro “arsenale” con seppie e altre esche fresche.


ARRIVATI in spiaggia la scelta dello spot non è di sicuro una scelta secondaria, ma sarà la scelta che creerà la giusta proporzione tra esca e preda.
Lunghe camminate e continue indecisioni, rappresentano ulteriori caratteristiche di questa fantastica tecnica.
Al termine di questa lunga preparazione non resta che organizzare la postazione e procedere con il momento saliente dell’innesco.
Nel periodo invernale metteremo da parte gli ami piccoli, per passare decisamente ad ami di tipo Beack dal 3/0 al 6/0, mentre per gli ami di tipo Aberdeen dal 1/0 al 3/0.
Naturalmente la scelta dell’amo sarà proporzionale alle dimensioni dell’esca che a sua volta si baserà sulle dimensioni della preda da insidiare.
Le misure prese in considerazione sono di sicuro misure importanti, per questo non può che essere importante anche la misura dell’esca.
L’esca viva rappresenta sempre una scelta sicura, infatti l’acquisto di una scatola di americani o di bibi è ormai certo in ogni battuta di pesca.
Ma per sostituire o per completare l’esca viva non ci resta che adoperare le sarde e le seppie acquistate in pescheria.
Se il nostro terminale si chiude con un amo del tipo Aberdeen da 1/0 l’esca da adoperare sarà un americano nel pieno delle sue forme, con un’enorme quantità di sangue da disperdere in acqua.
Mentre se l’Aberdeen è un 3/0 non ci resta che preparare una striscia di seppia da innescare come un verme.
La scelta tra le due varianti non può che basarsi sulle condizioni
meteo-marine, infatti in caso di forte corrente e di acqua torbida la striscia di seppia sarà l’arma vincente, mentre se la situazione si presenta calma e l’acqua a malapena velata, il verme che chiude un terminale in fluorocarbon dello 0,30 non potrà che regalarci grosse soddisfazioni.
Ma in tutti questi casi ciò che serve davvero è la fantasia del pescatore, infatti il cassettone è colmo di esche, tutte da adoperare in maniera diversa o in un unico innesco DA RECORD.
Gli ami dalle dimensioni enormi non resteranno inutilizzati, ma saranno il fiore all’occhiello per le situazioni più estreme.
Armati di un terminale che parte dallo 0,40 e un amo Aberdeen da 3/0, non ci resta che tirar fuori la nostra esperienza per creare l’arma vincente.
Ogni pescatore ha nel suo bagaglio di esperienze un innesco preferito rispetto ad altri, ma il mare è imprevedibile e quindi non ci resta che diventare imprevedibili come lui.
Le esche da adoperare sull’Aberdeen non dovranno essere pesanti e ingombranti, ma esche in grado di muoversi accompagnate dalla corrente e allo stesso tempo posarsi dove il mare ha già “scavato” e fatto venir fuori il materiale organico che attira le nostre prede.
In questo caso per non sbagliare l’innesco da RECORD sarà un insieme di odori e colori.
Gli elementi necessari per giungere a questo risultato saranno l’americano e la striscia di seppia, dove il primo sarà la testa dell’innesco mentre la seconda chiuderà il tutto, arricchita da un taglio a “coda di rondine”.
La striscia di seppia potrà essere sostituita da uno dei due tentacoli più lunghi della seppia, utilizzati da quest’ultima per difendersi dai predatori e nella riproduzione.
Questi tentacoli si presentano lunghi e sottili, motivo per cui i loro innesco sarà semplice ma efficace.
Il tentacolo è un’ulteriore variante nell’innesco, infatti non va sottovalutato l’impiego dei tentacoli più piccoli tagliati in coppia o singolarmente.
Della seppia non si butta nulla, infatti come il tentacolo, anche l’osso occupa una posizione importante nell’impiego di questa soddisfacente esca.
L’osso è fondamentale nell’utilizzo della seppia intera, dove l’esca viene innescata tramite un apposito ago il quale presenta un occhiello all’estremità e tramite un’asola collegata a quest’ultimo, l’intera seppia scivolerà sul nostro terminale.
Naturalmente trattandosi di un’esca intera non è possibile inserire schiume galleggiante, le quali verranno sostituite dall’osso che creerà un effetto galleggiante senza sottrarre all’innesco il suo movimento naturale.
Alla fine di ogni innesco è necessario l’impiego del filo elastico, strumento ormai indispensabile per ogni pescatore, che effettuando numerosi giri intorno all’esca la renderà più compatta e di sicuro più duratura.
La corrente è il problema numero uno per le nostre esche ,risolvibile con l’impiego del filo elastico e costanti controlli.

LA SEPPIA INTERA come altre esche voluminose richiede l’impiego di ami Beack dalle dimensioni “tropicali”.
Ovviamente anche le dimensioni dell’amo Beack saranno proporzionali all’innesco, ma se parliamo di tranci o di cefalopodi interi, allora si comincia a fare sul serio.
La misura 5/0 è di certo quella più utilizzata per cefalopodi interi o tranci di muggine, ma in molti casi è necessario l’impiego di due ami e assicurarci così una ferrata decisa e sicura.
Se l’esca in questione è un piccolo cefalopode, l’amo sarà posizionato tra i tentacoli con la punta rivolta tra i due occhi.
Mentre per l’innesco del filetto di muggine, esca madre per insidiare pesci serra o regine dalle dimensioni importanti, saranno necessari due ami Beack situati all’estremità inferiore e al centro dell’esca.
Le dimensioni degli ami saranno differenti, infatti quello situato al centro dell’esca sarà lievemente più piccolo di quello posto all’estremità inferiore del filetto.
Se impieghiamo questo particolare innesco per la pesca del pesce serra, il terminale si chiuderà con uno spezzone di cavetto di acciaio per evitare che i denti del predatore lesionino il terminale, così da regalarci brutte sorprese.
Il cavetto dimezzerà di certo le catture di altri predatori, ma dal periodo primaverile fino alle prime settimane di autunno sarà necessario per evitare di trascorrere un giornata da incubo.
Per il resto la proporzione è semplice: ESCA GRANDE PESCE GRANDE.

Testo e Foto: Vincenzo Aiello





1 commento:

  1. si potrebbe vedere da quanche parte passo-passo l'innesco della seppia?

    fabio

    RispondiElimina