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mercoledì 12 gennaio 2011

la bolognese

Le tecniche di pesca con una "bolognese" possono essere le più varie (non sia mai detto che la pesca non sia anche fantasia!). Sarà quindi possibile svariare su più fronti: dalla pesca all'inglese (stile importato dal Regno Unito in cui è molto praticato); al ledgering (senza esagerare e tenendo conto dei limiti tecnici dei mezzi); finanche allo spinning. Ma lo stile di pesca che più si confà a questo tipo d'attrezzatura è sicuramente la tecnica "d'importazione" ovvero, per dirla breve, col galleggiante. Non tutti i tipi di galleggianti e non tutti i pesi rientrano in questo tipo di pesca: per essere precisi, occorre includere galleggianti a "penna di pavone" (e le sue numerose imitazioni in materiali artificiali) e i classici galleggianti "inglesi" (costituiti da tubetti di plastica di varia lunghezza e con varie grammature). Pescando dalle nostre parti, e menzionando le specie ittiche presenti nelle acque a noi limitrofe, ci si rende subito conto che le dimensioni delle nostre probabili prede non saranno spropositate e quindi l'attrezzatura dovrà adottare pesi e misure proporzionati: le prede più ambite e maggiormente prestanti (parlo della stazza) sono sicuramente la spigola, il cefalo e il sarago ed è difficile che esemplari superiori al chilo e ½ finiscano allamati nelle nostre "trappole" (anche se non mancano segnalazioni, per mia modesta conoscenza, di spigole di più di 3 kg di stazza: ma l' incontro con questi mostri da costa è molto raro). L' importanza delle giuste proporzioni del "bagaglio" risiede nel fatto che, per fare un esempio concreto, una spigola pesante un kg circa non sarà in grado di portare con sé un galleggiante di 8g+1 e, di conseguenza, non ci darà mai il tempo di ferrare prontamente (imboccherà l' esca ma, al peso enorme da portare sott' acqua, risputerà il tutto con nostra estrema delusione!). Detto questo, sempre per modestia e umiltà, ma anche per non lasciare nulla al caso, devo ammettere che con un galleggiante da 50g mi è capitato di catturare un donzella; ma devo affermare, in modo definitivo, che la pesca è uno sport probabilistico e come tale va praticato, cercando di non lasciare nulla al caso e curando la metodicità, specie quando i risultati sono buoni


DOVE PRATICARLA
Le dighe dei porti sono uno degli hotspot per questa tecnica. Dopo avervi accennato, sui generis, della pesca con la bolognese, cominciamo a vedere quali possono essere i luoghi che si prestano all' utilizzo di tale tecnica. Poche ma utili regole ci eviteranno di farci perdere tempo e pazienza:


I) cerchiamo luoghi che ci permettano di avere a poca distanza da noi delle profondità adeguate (almeno 1 e ½ - 2 metri min. di profondità ad un max. di 20 metri ca. di distanza da riva); questo è importante per due motivi: 1- le prede più pregiate non stazionano né mangiano a profondità inferiori; 2- con un galleggiante del peso di 3/4g max. sarà molto arduo arrivare oltre i 20/25 metri da riva, specie nelle giornate ventose;

II) i moli artificiali dei porti e delle insenature vicino ai centri portuali offrono un buono scenario di pesca: profondità elevata a distanza piuttosto ravvicinata e, il più delle volte, offrono un buon riparo dalle intemperie;

III) le spiagge esclusivamente sabbiose sono, quasi totalmente, da escludere visto che, nella stragrande maggioranza dei casi, digradano molto lentamente ed è difficile avere la profondità che cerchiamo( in quei casi lo scenario si presta maggiormente al surf-casting o al beach-ledgering);

IV) validissime risultano anche le scogliere che offrono un panorama ben più ampio delle acque interne ad un' insenatura artificiale vista la vitalità delle acque che le bagnano e la varietà di specie che le frequentano ma, anche qui, non è tutto oro quello che luccica: in caso di mare mosso o di giornata ventosa pescare in questi punti diviene un' istigazione al suicidio e non va sottovalutata la "questione comodità" per farla breve, valutate da voi il luogo che più si confà alle vostre capacità e necessità!



ATTREZZATURA
La vasta scelta di attrezzatura a disposizione. Dopo aver illustrato grosso modo la tecnica e aver catturato l' attenzione dei più(spero), si può cominciare a scendere un po' più nel particolare e mostrare l' attrezzatura, gli stili, i terminali che maggiormente si confanno a quella che, sempre a mio modesto parere, è la tecnica di pesca più raffinata: quant' è difficile allamare una spigola lo sa solo chi se n' è fatte scappare tante ( quantomeno all' inizio).

CANNE

Per bolognese s' intende una canna telescopica, di lunghezza compresa fra i 4 e gli 8 metri ( ma anche oltre) e anelli distribuiti lungo tutto lo sviluppo dell' attrezzo, che si presta ad uno squisitamente costiero che necessiti dell' uso di galleggianti. Detto questo, la nostra scelta potrà ricadere sugli attrezzi più svariati: dalle economiche e robuste bolognesi in fibra di vetro che ci consentiranno di effettuare il giusto periodo di apprendistato ( £ 30.000- 65.000), alle raffinate canne in fibra di carbonio ad alto modulo e con diverso tipo d' intreccio( da £ 85.000 finanche ai 2.000.000 e non so se ci si fermi qui!). Chi è alle prime armi, o comunque non può scialacquare quel tanto che ha potrà concentrare la propria attenzione sul primo tipo di dotazione; chi invece ha già acquisito una certa esperienza e/o non ha problemi di contabilità non ha che l' imbarazzo della scelta. Le canne di lunghezza inferiore, 4/5/6 m, si adattano alla pesca più distanziata da riva e detengono doti di maneggevolezza nelle fasi di lancio; mentre le canne più lunghe, da 7m in poi, ci consentiranno una pesca "in loco", quasi senza la necessità di effettuare lanci ( quasi come con le roubaisienne). Ritengo che come primo acquisto ci si possa orientare su una bolognese di 5-6 m che è "universale", per poi successivamente seguire la nostra strada.

MULINELLI

Con i mulinelli vale, mutatis mutandis, lo stesso discorso fatto per l' attrezzo pocanzi descritto: molto dipende dal nostro budget. Ci sono attrezzi di tutte le specie: dai modelli ultima generazione in alluminio/acciaio/nichel ai modelli meno di punta che costano anche 20-30.000 lire. All' inizio un "giocattolino" andrà bene, dopo però se ne avvertiranno tutti i limiti: dalla forma della bobina al rapporto di recupero, dai finimenti in plastica al gioco all' indietro, ecc. L' esperienza fattami in diversi anni mi inducono a ritenere che un mulinello auspicabile debba avere queste caratteristiche: lungo rapporto di recupero, finimenti in metallo, gioco all' indietro pari a 0 ( o quasi), dislivello della bobina di max. 3mm, anche se, come sempre, degustibus…

GALLEGGIANTI

Dalla pera alla penna di pavone, dagli inglesi alle bombarde, non c' è che l' imbarazzo della scelta. Occorrerà solo prestare attenzione ad un paio di condizioni:

  • Le condizioni meteo: un mare non calmo o il vento sostenuto richiedono galleggianti che fuoriescano di poco dalla superficie marina e, in tali condizioni, sono maggiormente indicati quelli a pera e a goccia( ne perderà un po' la sensibilità visiva e di ferrata, ma eviteremo di dover rilanciare in continuazione poiché il nostro terminale si sposta repentinamente ).

  • La stazza presunta delle nostre prede: se non cerchiamo di pescare delle "balene", ci converrà restare piuttosto leggeri. Un esempio: per insidiare spigole di stazza intorno a 1 kg di peso tendo ad utilizzare penne o inglesi di peso massimo 3g+1. Questo per evitare che la spigola, poiché incontra una resistenza troppo elevata in galleggianti di peso maggiore, risputi fuori l' esca prima ancora di darmi il tempo di ferrare.

  • Un buon assortimento di mofili è necessario per poter fronteggiare ogni situazione MONOFILI

    Qui è quasi impossibile dare indicazioni più o meno dettagliate, questo perché lo scelta del monofilo e del filo per terminali è condizionata da numerosi fattori come la visibilità sottomarina, le capacità visive dei pesci, la stazza delle prede che stimo insidiando, il tipo di attrezzatura che abbiamo in dotazione. In linea di massima:

  • Diametro di 0,14-0,18 in bobina ( per una buona scorrevolezza del filo è meglio non superare tale limite).

  • Diametro di 0,14-0,08 per i terminali ( molto condizionati dalla visibilità sottomarina).

  • ALTRI ACCESSORI


  • Ami: dal n° 18 gambo lungo( per i pesci che adorano gli sfarinati) fino al 10 gambo corto(per i predatori che gradiscono il "vivo")

  • Girelle: le useremo per evitare fastidiosi ingarbugliamenti, preferendo le piccole n° 16-20.

  • Stopper: utilissimi perchè ci consentono di variare la profondità di pesca, visto che ci consentono di allungare e riaccorciare il terminale a nostro piacimento.

  • Chi più ne ha più ne metta, ricordando sempre che la pesca, per quanto tranquilla, rimane sempre uno sport fatto a contatto con la natura e occorre rispettarla e calarsi il più possibile nella parte.

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