CHI SI UBRIACA SI DIVERTE UNA SERA CHI SI SPOSA SI DIVERTE TRE GIORNI MA CHI IMPARA A PESCARE SI DIVERTE TUTTA LA VITA
domenica 23 gennaio 2011
venerdì 21 gennaio 2011
PESCA CON IL JIG....NON SOLO VERTICAL
Il jig è un'esca che come un alieno sceso sulla terra,con molta velocità, ha
invaso i panieri di tutti i pescatori da riva,sostituendo anche le esche più
amate e utilizzate dal professionista e dal dilettante.
Di sicuro sul mercato ne esistono di varie forme e colori,ma ciò che distingue
ogni modello è la distribuzione del peso e la qualità dei materiali.
Oltre al vertical,che altro non è che una modalità di recupero di particolari
jig, queste esce hanno invaso il mondo dello spinning, regalando grandi
risultati e quindi emozioni uniche.
Parliamo nel maggior parte dei casi di spinning ultralight, anche se esistono
jig dedicati allo spinning che pesano la bellezza di 60 gr.
Me per parlare di tutte le tipologie di casting-jig non basterebbero 500
pagine, per questo dedicheremo l'articolo allo spinning ultralight, quindi con
jig che arrivano fino a 20 grammi.
Ma i jig attirano pesci di tutte le dimensioni,da spigole di 200 grammi a
leccie che toccano tranquillamente i 10 kg., per questo non possiamo
abbandonare del tutto l'attrezzatura dello spinning pesante.
Infatti utilizzeremo trecciati ultrasottili,un mulinello 4000 e una canna dai
30 ai 40 grammi, la quale permetterà di controllare il jig con jerkate
energiche ma precise.
Leggendo i cataloghi dei vari marchi che adottano i jig, non possiamo non
notare il continuo consiglio di utilizzare il jig nelle mangianze o in caso di
frenesia alimentare.
Di sicuro non esiste esca in grado di sostituire il jig in queste situazioni,
ma anche nello spinning "cieco" i risultati non sono da sottovalutare, in
quanto come detto prima non si tratta di un'esca selettiva, ma di un'esca che
ci sorprende ad ogni cattura.
MODALITA'DI RECUPERO
Le modalità di recupero più utilizzate sono due, vale a dire"A SEGA",con
continue jerkate coordinate al recupero del mulinello, in cui il jig non fa
altro che muoversi grazie alle jerkate (decise e veloci), arrivando ad un
movimento che simula una sardina che si è allontanata dal branco e si trova
spaesata e impaurita.
Lo stesso effetto si ottiene con il recupero "LINEARE" dove il jig si muove in
maniera simile ad un ondulante, rispondendo in maniera ottimale ad ogni
jerkata.
Un consiglio pratico, è quello di rspondere agli attacchi aprendo l'archetto e
lasciando cadere il jig sul fondo, questo non potrà che istigare un secondo
attacco,lasciando inoltre al predatore, il tempo di ingoiare l'esca.
testo e foto: Vincenzo Aiello
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mercoledì 19 gennaio 2011
SURFCASTING A THURIO: ADOLFO SCARCELLO
TECNICA : SURFCASTING 1 CANNA IMPOSTATA SULLA MEDIA LUNGA DISTANZA 1 CANNA NEL SOTTO RIVA CON TRAVE TRIAMI
ESCA: ARENICOLA
MARE: PIATTO
9 MORMORE DAI 200 GR AI 450 GR.
ESCA: ARENICOLA
MARE: PIATTO
9 MORMORE DAI 200 GR AI 450 GR.
martedì 18 gennaio 2011
spinning barracuda 1,200 kg: giuseppe morabito
spinning
localita:messina
orario:17:00 18:30
condimeteo: leggero maestrale
artificiale angel kiss nuova colorazione dorso verde
canna:catana bx 2,7mt 15-40gr
mulo:nexave 4000fa
trecciato:asso
filo:0.50 asso fluoro carbon
preda: barracuda 1,2kg
orario:17:00 18:30
condimeteo: leggero maestrale
artificiale angel kiss nuova colorazione dorso verde
canna:catana bx 2,7mt 15-40gr
mulo:nexave 4000fa
trecciato:asso
filo:0.50 asso fluoro carbon
preda: barracuda 1,2kg
lunedì 17 gennaio 2011
SPINNING AL PREDONE DEI NOSTRI MARI: NICOLA CATALDI
TECNICA: SPINNING
minnow X- RAP 9CM LOWATING
FOTO 1 : 1,800 KG. FOTO 2: 3,00 KG.
VERO ESEMPIO TI CHI PRATICA LA PESCA IN TUTTE LE SUE TECNICHE
domenica 16 gennaio 2011
TRAINA DI PROFONDITA: RAFFAELE CHIDICHIMO
TECNICA: TRAINA DI PROFONDITA
ESCA: SUGARELLO VIVO
ZONA : RELITTO DI ROSETO CAPO SPULICO
PESO: 8 KG.
E NON POTEVA MANCARE LA DOPPIETTA
9 KG.
ED È A ARRIVATA ANCHE LA TRIPLETTA DENTICE ROSA
DENTICE ROSA 2,500 KG.
ESCA: SUGARELLO VIVO
ZONA : RELITTO DI ROSETO CAPO SPULICO
PESO: 8 KG.
E NON POTEVA MANCARE LA DOPPIETTA
9 KG.
ED È A ARRIVATA ANCHE LA TRIPLETTA DENTICE ROSA
DENTICE ROSA 2,500 KG.
sabato 15 gennaio 2011
BOLENTINO ALLA SECCA DI AMENDOLARA: NICOLA CATALDI CERNIA 18 KG.
TECNICA: BOLENTINO
ESCA: SEPPIA VIVA
PROFONDITA: 40 METRI
TERMINALE: TRAVE D ACCIAIO 20 LB.
MARE POCO MOSSO CON CORRENTE MODERATA
CATTURA DEL NOSTRO AMICO DI FACEBOOK NICOLA CATALDI, CHE DIRE GRAN BELLA CERNIA ROBA DA NUMERI 1.
ESCA: SEPPIA VIVA
PROFONDITA: 40 METRI
TERMINALE: TRAVE D ACCIAIO 20 LB.
MARE POCO MOSSO CON CORRENTE MODERATA
CATTURA DEL NOSTRO AMICO DI FACEBOOK NICOLA CATALDI, CHE DIRE GRAN BELLA CERNIA ROBA DA NUMERI 1.
UN VERO ESEMPIO DI PROFESSIONALITA E SPORTIVITA : FEDERICO MATTEI SPIGOLA 9,200 KG.
LUOGO
Regione*: lazio
Provincia:roma
DATA E DURATA
dalle ore*18.00 alle 04.00
PARTECIPANTI
1* -io
2 -fabio de angelis
3 -jaber jounes
DESCRIZIONE
Vento Generante*: sud ovest
Stato Acqua*:torbida
Presenza Alghe*: molte
FASI ASTRONOMICHE
Acme Bassa Marea: 14,40
SPIAGGIA
Morfologia*: Aperta -
Granulometria*: Media
Profondità*: bassa
Esposizione*: est\sud est
CATTURE
1° Preda*: Spigola
Peso*: 9,2 kg
Tipologia Calamento*:short rovesciato
Amo*: spilla mustad
Esca*: muggine vivo
Piombo*:piramide
Zona cattura*: 60 mt
Meteo*: sereno
Vento*: sud ovest
Condizioni perfette...mare in scaduta e vento quasi assente...pescata piacevolissima che mi ha finalmente regalato due belle spigole da 2,5Kg ed un dinosauro, una spigola che pesa 9,2Kg.
Report:
Come da tempo accade, in questo periodo dell'anno, mi dedico alla ricerca sfrenata della cattura di qualche bell'esemplare di Branzino. Ma purtroppo vuoi per il lavoro, vuoi per altri impegni familiari, spesso non riesco a scegliere il giorno giusto per andare in spiaggia. lo scorso lunedì ero a lavoro con turno 10.00-18.30,
e durante una pausa faccio una telefonata ad un mio compagno di pescate che mi dice "..stasera io e Fabio andiamo, ci sono le condizioni giuste, insomma è il momento!! che fai vieni?..."
in un attimo mi sono passate davanti tutte le immagini del forum con le migliori catture...e gli rispondo..."dammi un'ora che scappo a casa, carico le canne in macchina e arrivo...
ore 18.00 raggiungiamo finalmente la spiaggia... condizioni ideali, mare in scaduta ma ancora abbastanza mosso, poco vento che piano piano si è affievolito sempre più, e neanche troppo freddo.
Lentamente sento l'adrenalina che sale e inizio a pensare che potrebbe essere la serata buona, ma subito ripenso al fatto che sono 2 anni che provo a fare questa pesca e non prendo niente!!! già 2 anni di imbiancate invernali!!! quindi anche per scaramanzia mi preparo ad andare in bianco... fatto stà che tiro fuori la mia shimano 175gr e la sorella 200gr, monto due power aero uno con il 26 e l'altro con un trecciato dell'8. Tiro fuori due bei piombi a piramide da 170gr ami del 2/0 prendo un bel pesciolino vivo e lo innesco....idem per l'altra canna. Poi guardo il mare e infilo la canna con lo 0.26 in una bella buchetta a una quarantina di metri, mentre l'altra provo a lanciarla più fuori che posso. (......................) Si fanno le 22.00, e la tristezza mi assale, comincio a pensare che anche questa volta non vedrò una tocca! poi di punto in bianco Fabio vede una mangiata e tira fuori una discreta spigolozza da un chilo e seicento grammi, mentre io continuo a vedere le canne che spiombano e si allentano a causa delle alghe. Per l'ennesima volta metto la canna in tiro (quella con il trecciato) e mentre chiacchiero con Fabio a proposito della sua cattura, vediamo che la mia canna spiomba e subito lui "corri Federì...corri vai a ferrà che c'hai il pesce..." io con tutta calma vado incontro alla canna pensando alle solite alghe e mentre la guardo dritta dritta quasi all'indietro....SORPRESA la canna comincia a piegarsi verso il mare sbattendo con forza...subito ferro e .... godo.... sentendo le testate possenti della prima spigola da 2,5kg...la tiro fuori dall'acqua e quasi commosso la alzo davanti a me contento come un bimbo a Natale appunto!!! comincio a dire che la sfiga è finita non ci capisco più niente...rilancio la canna e passo almeno 20 minuti a guardarmi la spigola appena presa e penso che è anche più grossa di quella di Fabio!!! finito il momento di adorazione la stessa canna spiomba di nuovo...evvai con la gemella!!!!non stò più nella pelle, comincio a dire che per me la serata può anche finire li...sono contentissimo. Facciamo qualche foto tutti abbastanza contenti anche se le mangiate si fermano fino alle 00.30, quando vedo la canna che ormani era in acqua da almeno tre ore con lo stesso pesciolino che comincia a sbattere a destra e manca. La punta della canna quasi tocca la sabbia e non so come non sia caduta a terra...mi avvicino velocemente mentre penso di tutto.... può essere un ramo...un copertone....(non vi dico quello che ha portato il mare in poche ore, praticamente di tuttto). Nell'incertezza ferro e comincio a recuperare ma alla prima sfrizionata capisco che se è un copertone...allora c'è anche una macchina che punta verso il largo!!!.....zzzzzz...zzzzzzzzzz.......zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz... poi si ferma e mi da la possibilità di recuperare qualche decina di metri ma con grande fatica e la continua preoccupazione delle alghe che minacciano il vettino della canna!....Subito punto la luce verso il cimino e vedo che ci sono parecchie alghe..ma vedo anche che il filo punta ad una trentina di metri da me... quindi illumino l'acqua e vedo un sottomarino bianco che nuota parallelo alla battigia, recupero piano ....e grido."..FABIOOOOOOO dammi una mano!!!!"...... lui arriva proprio mentre il nodo dello shock con le alghe mi blocca il recupero...inizio ad andare indietro mentre sento Fabio che mi grida...." bravo Federì è grossa è grossa...." io continuo an andare indietro lentamente illumino davanti a me e vedo Fabio che si gira verso di me con la spigola ai suoi piedi e mi urla...."Federìììì non è grossa è eeeenorme!!!!!"..alla fine lui e Jaber si bagnano un pò me la trascinano ad alcuni metri dall'acqua! non vi dico la gioia.... ci siamo dati il cinque, e complimentati a vicenda. E' stata un esperienza meravigliosa e la auguro a tutti, soprattutto vi auguro di farla con qualche amico!
G&G SPINNING TEAM EMANUELE GIAMMUSO: LA COPPIA PIU BELLA DEL MONDO
Prede: Spigole. Due FANTASTICI ESEMPLARI di 5,750Kg e 4,500 Kg..
Condizioni Meteo: Scaduta di scirocco..
Orario: al cambio di luce..(tramonto)
Attrezzatura: Beast Master 14-40gr.. Twinpower FC 5000..
Esca: Minnow da 140mm..
Luogo: Messina (Mare Ionio)
Condizioni Meteo: Scaduta di scirocco..
Orario: al cambio di luce..(tramonto)
Attrezzatura: Beast Master 14-40gr.. Twinpower FC 5000..
Esca: Minnow da 140mm..
Luogo: Messina (Mare Ionio)
le catture di un vero maestro giuseppe morabito
anzardo 1,1kg + 3kg di misto tra boghe e sugarelli
tecnica: pesca con bombarda
mare: piatto
luogo messina nord (ionio)
orario strike:21:00 circa
.........esca: vermecoreano
montatura: nd
terminale 0,25 tubertini dragon
canna:shimano nexave ax 25-40gr 4,70 mt
mulinello: shimano saharah 4000gte
distanza:circa 500metri
cafalo 1,9kg, boga 360gr,sugarello 500gr,pagelli fragolini160 e 170gr
tecnica: pesca con la bombarda
mare: piatto
luogo messina sud (ionio)
orario strike:03:40 circa
.........esca: verme coreano
montatura:nd
terminale 0.20 tubertini dragon,amo n°7 mustad
canna: shimano nexave ax 25-40gr 4,70mt
mulinello: shimano saharah 4000gte
distanza:circa 50metri
spigola 1,4kg
tecnica: pesca a fondo
mare: piatto
luogo messina nord (tirreno)
orario strike:24:00 circa
......esca: verme americano
montatura: short rovescaito 1,20mt amo n°4 tubertini s2gl
terminale 0,30 tubertini dragon
canna:trabucco cassiopea 3 pezzi 120gr 4,25mt
mulinello: shimano biomaster 8000
distanza:circa 90metri
sarago 540gr
tecnica: pesca a fondo
mare: scaduta avanzata di scirocco
luogo messina sud (ionio)
orario strike:22:30 circa
...esca: ancioarina intera (alici intere)
montatura: long arm 1,80mt circa, amo colmic serie mr700 n° 2, terminale 0,35 tubertini dragon
canna:shimano antares bx 150gr 4,20mt
mulinello: shimano biomaster 8000
distanza:circa 80-85metri
uogo:messina ionica mare: scaduta inoltrata di scirocco vento:inesistente canna:colmic ardesia 3 pezzi 160gr 4,3mt
uogo:messina ionica mare: scaduta inoltrata di scirocco vento:inesistente canna:colmic ardesia 3 pezzi 160gr 4,3mt
artificiale: ima sasuke 140mmS
preda: palamita 1,3kg
tecnica: pesca con bombarda
mare: piatto
luogo messina nord (ionio)
orario strike:21:00 circa
.........esca: vermecoreano
montatura: nd
terminale 0,25 tubertini dragon
canna:shimano nexave ax 25-40gr 4,70 mt
mulinello: shimano saharah 4000gte
distanza:circa 500metri
cafalo 1,9kg, boga 360gr,sugarello 500gr,pagelli fragolini160 e 170gr
tecnica: pesca con la bombarda
mare: piatto
luogo messina sud (ionio)
orario strike:03:40 circa
.........esca: verme coreano
montatura:nd
terminale 0.20 tubertini dragon,amo n°7 mustad
canna: shimano nexave ax 25-40gr 4,70mt
mulinello: shimano saharah 4000gte
distanza:circa 50metri
tecnica: pesca con la bombarda
mare: piatto
luogo messina sud (ionio)
orario strike:03:40 circa
.........esca: verme coreano
montatura:nd
terminale 0.20 tubertini dragon,amo n°7 mustad
canna: shimano nexave ax 25-40gr 4,70mt
mulinello: shimano saharah 4000gte
distanza:circa 50metri
cafalo 1,9kg, boga 360gr,sugarello 500gr,pagelli fragolini160 e 170gr
tecnica: pesca con la bombarda
mare: piatto
luogo messina sud (ionio)
orario strike:03:40 circa
.........esca: verme coreano
montatura:nd
terminale 0.20 tubertini dragon,amo n°7 mustad
canna: shimano nexave ax 25-40gr 4,70mt
mulinello: shimano saharah 4000gte
distanza:circa 50metri
spigola 1,4kg
tecnica: pesca a fondo
mare: piatto
luogo messina nord (tirreno)
orario strike:24:00 circa
......esca: verme americano
montatura: short rovescaito 1,20mt amo n°4 tubertini s2gl
terminale 0,30 tubertini dragon
canna:trabucco cassiopea 3 pezzi 120gr 4,25mt
mulinello: shimano biomaster 8000
distanza:circa 90metri
sarago 540gr
tecnica: pesca a fondo
mare: scaduta avanzata di scirocco
luogo messina sud (ionio)
orario strike:22:30 circa
...esca: ancioarina intera (alici intere)
montatura: long arm 1,80mt circa, amo colmic serie mr700 n° 2, terminale 0,35 tubertini dragon
canna:shimano antares bx 150gr 4,20mt
mulinello: shimano biomaster 8000
distanza:circa 80-85metri
uogo:messina ionica mare: scaduta inoltrata di scirocco vento:inesistente canna:colmic ardesia 3 pezzi 160gr 4,3mt
montatura:longarm scorrevole
filo:0.40 tubertini dragon
amo:n°2 tubertini ssw
distanza:90-100mt
fondale:roccioso con gradino a 70mt
profondità:40-45metri
esca:acciugauogo:messina ionica mare: scaduta inoltrata di scirocco vento:inesistente canna:colmic ardesia 3 pezzi 160gr 4,3mt
montatura:longarm scorrevole
filo:0.40 tubertini dragon
amo:n°2 tubertini ssw
distanza:90-100mt
fondale:roccioso con gradino a 70mt
profondità:40-45metri
esca:acciugatecnica:spinning
orario:14:30
mare:calmo
vento:leggero maestrale
canna: falcon bucoo 6" 3/8 1oz
mulo: shimano tecnium 6000fb
trecciato:power pro 30lb diametro 0,20
shock leader: 0.50 asso fluoro carbonartificiale: ima sasuke 140mmS
preda: palamita 1,3kg
venerdì 14 gennaio 2011
DA NAPOLI ALFREDO COSTANTINO
pesca con canna fissa da 6 metri lenza 6m e 30cm galleggiante da 3 grammi zona napoli mergellina da scogliera mare calmo settembre 2009 ! ESCA COREANO AMO 10 TERMINALE 0,14
giovedì 13 gennaio 2011
SPIGOLA LAGHI DI SIBARI: FRANCESCO DE BERNARDIS
TECNICA BOLOGNESE TERMINALE 0,09 FLUOROCARBON
ESCA GEAMBERETTO VIVO
CULMINE ALTA MAREA
ORARIO CATTURA PRIME LUCI DELL ALBA
ESCA GEAMBERETTO VIVO
CULMINE ALTA MAREA
ORARIO CATTURA PRIME LUCI DELL ALBA
pescaltojoniocalabria: DISTANZE NO LIMITS, IL LANCIO NEL SURFCASTING
pescaltojoniocalabria: DISTANZE NO LIMITS, IL LANCIO NEL SURFCASTING: "l lancio è un chiodo fisso per il surfcaster con la convinzione: 'se lancio più lontano prendo più pesce'. Di sicuro questa convinzione non..."
mercoledì 12 gennaio 2011
DISTANZE NO LIMITS, IL LANCIO NEL SURFCASTING
l lancio è un chiodo fisso per il surfcaster con la convinzione: "se lancio più lontano prendo più pesce".
Di sicuro questa convinzione non è del tutto inesatta, ma ormai è risaputo che la distanza da raggiungere dovrà essere proporzionale alla preda da insidiare.
Infatti se siamo in cerca dell'orata da sogno, prepariamoci a raggiungere con i nostri lanci le barche che si trovano a largo, mentre se siamo in cerca della regina, il lancio (se così si può chiamare) dovrà toccare distanze molto brevi.
LA BUCA PERFETTA
Un lancio corto, non è l'unico motivo dei numerosi cappotti, ma il lancio nel vuoto di sicuro affida una buona percentuale del nostro successo alla fortuna.
Prima di allestire la nostra postazione, dobbiamo "leggere la spiaggia", non è un modo di dire, ma è un'attività che ogni surfcaster deve essere in grado di svolgere.
La lettura della spiaggia ci permette di verificare la presenza di buche o canali, nei quali si posa il materiale organico, che dopo la scaduta, porta i pesci ad avvicinarsi alla costa.
Il presupposto essenziale per riconoscere la buca o il canale è l' ESPERIENZA.
L'unico aiuto che si può scrivere è che in una fase di scaduta avanzata, il punto in cui l'onda non schiaccia, quindi lo spazio che intercorre tra un'onda e l'altra, potrebbe indicare una profondità maggiore dell'acqua e quindi una buca o un canale.
pescajonica.blogspot.com
Di sicuro questa convinzione non è del tutto inesatta, ma ormai è risaputo che la distanza da raggiungere dovrà essere proporzionale alla preda da insidiare.
Infatti se siamo in cerca dell'orata da sogno, prepariamoci a raggiungere con i nostri lanci le barche che si trovano a largo, mentre se siamo in cerca della regina, il lancio (se così si può chiamare) dovrà toccare distanze molto brevi.
LA BUCA PERFETTA
Un lancio corto, non è l'unico motivo dei numerosi cappotti, ma il lancio nel vuoto di sicuro affida una buona percentuale del nostro successo alla fortuna.
Prima di allestire la nostra postazione, dobbiamo "leggere la spiaggia", non è un modo di dire, ma è un'attività che ogni surfcaster deve essere in grado di svolgere.
La lettura della spiaggia ci permette di verificare la presenza di buche o canali, nei quali si posa il materiale organico, che dopo la scaduta, porta i pesci ad avvicinarsi alla costa.
Il presupposto essenziale per riconoscere la buca o il canale è l' ESPERIENZA.
L'unico aiuto che si può scrivere è che in una fase di scaduta avanzata, il punto in cui l'onda non schiaccia, quindi lo spazio che intercorre tra un'onda e l'altra, potrebbe indicare una profondità maggiore dell'acqua e quindi una buca o un canale.
pescajonica.blogspot.com
pesca in fiume: cavedanone e barbo salvatore salvarezza
grandi catture che ci aspettavamo di sicuro da salvatore
tecnica galleggiante in trattenuta
esca: pastella di pane preparata in casa
terminale o,14 fluorocarbon
le catture sono state effettuate in localita fiume grondi
cavedano 1,300 kg, barbo 1,200 kg
PESCA AL POLPO DALLA BARCA
Il Polpo (Octopus vulgaris) è un mollusco appartenete alla classe dei Cefalopodi ed il corpo forma un sacco rotondengiante, alla base del quale sporge il capo, al cui centro si apre la bocca. Dalla testa si allargano 8 tentacoli, ricoperti di una doppia fila di ventose discoidali, che servono all'animale per fare presa sul fondo e per muoversi su di esso. I tentacoli, insieme all'incredibile mimetismo, sono le armi di difesa del polpo, che oltre all'uomo, deve anche difendersi da diversi altri predoni marini, cernie, murene e gronghi in testa.
Il polpo vive da pochi centimetri d'acqua fino a qualche decina di metri di profondità ed è una preda molto ambita per la prelibatezza delle sue carni e per la facilità con cui è possibile incontrarlo. Per i pescatori subacquei è una preda "di ripiego", risultato di una visita in tana che non offriva niente di meglio ma, spesso, molti sub dedicano ad esso battute apposite non tanto per questioni sportive ma esclusivamente culinarie.
Il suo regno sono le scogliere sommerse, specialmente dove la roccia si mescola alle alghe e alla sabbia, ma non disdegna nemmeno le distese fangole, le dighe frangiflutti, l'interno dei porti, senza comunque addentrarsi più di tanto.
In questo articolo affronteremo invece le tecniche per la cattura del polpo dalla superficie, sia da terra che con l'ausilio di un'imbarcazione, sicuramente una delle tecniche più antiche e tradizionali della pesca. Specialmente al sud, questa pesca è ancor oggi diffusissima e non è raro vedere decina di piccole imbarcazioni sottocosta intente a praticare questa tecnica.
PESCA DALLA BARCA
Per pescare il polpo può essere impiegata una qualsiasi imbarcazione, sia a remi che a motore, che permetta di allontanarsi qualche decina di metri dalla riva e che sia sufficientemente stabile per permettere la pesca anche con il mare non perfettamente calmo. Infatti questa tecnica va praticata su fondali compresi tra i 5 ai 15 metri, dove il polpo è maggiormente presente e permette di recuperare il polpo senza rischi, cosa che sarebbe più difficile a profondità maggiori. Per la pesca viene utilizzata una lenza a mano, costituita da una cinquantina di metri di cordino di due tre millimetri di spessore, avvolta sulla classica barretta di sughero, con un terminale lungo circa 1,5 metri di monofilo dello 0,50. Alla fine del terminale viene legato un piombo da 30 - 50 grammi colorato di bianco.
A circa 10 centimetri, mediante un'asola, legheremo l'esca o le esche, costituite dalla classicissima zampa di gallina, da un granchio arancione noto col nome di Granchio Favollo (Eriphia Verrucosa), detto anche "pelosa", oppure da un piccolo grongo. Per aumentare ancora l'effetto attirante dell'innesco, legheremo insieme alle esche un pezzo di stoffa bianca. Una volta approntata la montatura, la caleremo in acqua fino a toccare il fondo, lasciandoci scarrocciare dalla corrente, tenendo il cordino tra l'indice e il pollice, pronti a percepire ogni minima variazione di peso. Questa specie di traina, ci permetterà di sondare ampi tratti di mare alla ricerca del nostro polpo che, una volta avvistata l'esca gli si avvolgerà addosso per mangiarla, trasmettendo un aumento di peso sul trave, seguito da piccoli strappi, risultato del tentativo del polpo di rimanere attaccato sul fondo. Aspettiamo una manciata di secondi ed iniziamo a recuperare il nostro attrezzo, con calma e senza strappi, in modo da non allarmare il polpo che altrimenti mollerebbe la presa.
Una volta sottobordo, bisogna cercare di tenere lontano il polpo dalla barca, altrimenti lo invoglieremmo ad attaccarsi ad essa per mangiare in santa pace; se ciò si verificasse, difficilmente riusciremo a staccarlo dalla barca senza perderlo. Una volta vicino alla superficie, bisogna essere pronti a volarlo in barca, oppure se di dimensioni più grosse, in un guadino a bocca larga in attesa, sempre sotto il pelo dell'acqua. Infatti se il polpo rimane qualche secondo in più in superficie, si rischia che molli tutto, ritornandosene sul fondo in pochi secondi. In barca il polpo mollerà subito la presa, spargendo acqua ed inchiostro, cercando una via di fuga. Potremo metterlo in un secchio capiente e ritornare a calare nuovamente l'attrezzo.
PESCA DA TERRA
Con lo stesso principio è possibile praticare questa tecnica anche dalle coste rocciose basse e dalle dighe frangiflutti, poste a protezione dei porti. La lenza a mano sarà sostituita da un attrezzo diverso, formato da una canna che potrà essere una vecchia bolognese senza cimino, un pezzo di bambù oppure una canna da punta senza le ultime due sezioni che avrà il compito di poter pescare distanti qualche metro dagli scogli. Qualunque sia l'attrezzo scelto, dovrà essere munito almeno di un anello in punta, in cui faremo passare il nostro cordino, lungo questa volta una quindicina di metri, che terremo avvolto con la mano che tiene la canna. Il terminale è lo stesso impiegato per la pesca dalla barca, così come le esche, dando una preferenza maggiore al granchio, che il polpo và a ricercare proprio in prossimità della costa. L'azione di pesca consiste nel lanciare le esche a qualche metro di distanza e recuperando poco alla volta, cercando di percepire la trattenuta del polpo che attacca l'esca.
E fondamentale cercare di non far incagliare il piombo agli scogli del fondale, per non pregiudicare la cattura. A questo punto ci vuole più attenzione che con la barca; il polpo cerca di trascinare l'esca nella tana per poterlo gustare con calma mentre noi cercheremo di trascinarlo verso riva. Questo tira e molla deve essere accorto, cercando di tirare piano fino a portare il polpo in acqua libera, vicino a noi. Un colpo di guadino, metterà fine alla lotta a vantaggio del pescatore. Va detto che mentre dalla barca la maggior parte delle volte sarà il pescatore ad avere la meglio, da terra le cose di solito vanno a vantaggio del polpo. Per aumentare tali possibilità, possiamo munire il terminale di una corona di ami, chiamata appunto "polpara" in modo che quando il polpo si attacca all'esca ne rimanga allamato e quindi non possa più scappare. Le ore della giornata più adatte a questa tecnica sono le ore del primo mattino o del tramonto, quando i polpi sono più attivi. Per quanto riguarda le stagioni, il polpo si cattura durante tutto l'arco dell'anno, con una maggior frequenza di grossi esemplari nei mesi autunnali ed invernali.
Il polpo vive da pochi centimetri d'acqua fino a qualche decina di metri di profondità ed è una preda molto ambita per la prelibatezza delle sue carni e per la facilità con cui è possibile incontrarlo. Per i pescatori subacquei è una preda "di ripiego", risultato di una visita in tana che non offriva niente di meglio ma, spesso, molti sub dedicano ad esso battute apposite non tanto per questioni sportive ma esclusivamente culinarie.
Il suo regno sono le scogliere sommerse, specialmente dove la roccia si mescola alle alghe e alla sabbia, ma non disdegna nemmeno le distese fangole, le dighe frangiflutti, l'interno dei porti, senza comunque addentrarsi più di tanto.
In questo articolo affronteremo invece le tecniche per la cattura del polpo dalla superficie, sia da terra che con l'ausilio di un'imbarcazione, sicuramente una delle tecniche più antiche e tradizionali della pesca. Specialmente al sud, questa pesca è ancor oggi diffusissima e non è raro vedere decina di piccole imbarcazioni sottocosta intente a praticare questa tecnica.
PESCA DALLA BARCA



PESCA DA TERRA
Con lo stesso principio è possibile praticare questa tecnica anche dalle coste rocciose basse e dalle dighe frangiflutti, poste a protezione dei porti. La lenza a mano sarà sostituita da un attrezzo diverso, formato da una canna che potrà essere una vecchia bolognese senza cimino, un pezzo di bambù oppure una canna da punta senza le ultime due sezioni che avrà il compito di poter pescare distanti qualche metro dagli scogli. Qualunque sia l'attrezzo scelto, dovrà essere munito almeno di un anello in punta, in cui faremo passare il nostro cordino, lungo questa volta una quindicina di metri, che terremo avvolto con la mano che tiene la canna. Il terminale è lo stesso impiegato per la pesca dalla barca, così come le esche, dando una preferenza maggiore al granchio, che il polpo và a ricercare proprio in prossimità della costa. L'azione di pesca consiste nel lanciare le esche a qualche metro di distanza e recuperando poco alla volta, cercando di percepire la trattenuta del polpo che attacca l'esca.

LO SPINNING
Lo spinning in mare è una delle ultime nate tra le tecniche di pesca in mare; principalmente consiste nel lanciare dalla costa un artificiale e, recuperandolo, si cerca di invogliare un predatore ad attaccarlo così da rimanere allamato alle ancorette o all'amo presente sull'artificiale. Questa tecnica è, in sintesi, l'unione e la fusione di due tecniche di diverso ambiente aliutetico: lo spinning in acqua dolce e la traina. Infatti ha ereditato dallo spinning in acqua dolce il concetto di base, le tecniche di lancio e l'attrezzatura, adeguandole all'ambiente marino; dalla traina ha invece ereditato le prede e le esche artificiali. Oggi lo spinning in mare sta trovando una sua strada e una sua filosofia che fà sempre nuovi proseliti ed è praticata da moltissimi pescatori, per lo più angler costretti a terra oppure appassionati di spinning di acqua dolce in "vacanza" al mare. Questa tecnica è da considerarsi una delle più difficili da praticare in mare e il "cappotto" è la regola. Ma, se si sceglie il momento magico, può dare soddisfazioni che nessuna altra tecnica può dare.
ATTREZZATURA
Per praticare lo spinning, si utilizzano canne con mulinello con lunghezza ed azione variabile, sia in base al luogo di pesca che alla tecnica particolare che viene adottata. Mentre per lo spinning in acqua dolce si usano attrezzi raramente superiori ai 2,5 mt., in quello in mare si usano attrezzi che possono anche superare i 4 mt. Caratteristica generale delle canne da spinning in mare sono la flessibilità e la leggerezza, unite ad una buona resistenza alla corrosione. Per i mulinelli, la scelta può variare tra i tradizionali fissi con frizione sensibile e quelli a bobina rotante, appositamente progettati per questo uso, che offrono maggiori gittate e capienze di filo. Vediamo quale attrezzatura è necessaria per le diverse tecniche:
ARTIFICIALI Gli artificiali usati nello spinning sono essenzialemente quelli utilizzati per la traina, sopratutto quella costiera, con qualche eccezione, quali le imitazioni delle cieche in plastica, i Grub e i poppers. Per gli artificiali classici, vi rimandiamo all'articolo della traina costiera, mentre quì di seguito descriviamo le altre: | ![]() |
I posti dove è possibile praticare lo spinning sono principalmente tre: le coste rocciose, le spiaggie e i porti; và da sè che, come per altre tecniche di pesca in mare, la presenza di acqua dolce in uno dei posti già visti aumenta considerevolmente le possibilità di fare buone catture. Sulle scogliere, sono da preferire le poste che si trovano in prossimità di punte, oppure di franate degradanti o anche in calette con fondo misto di sabbia e roccia, da sempre patrie natie della minutaglia più disparata che rappresentano il "primo piatto" proprio dei predatori che stiamo cercando. Le spiaggie sono sicuramente un campo più difficile, specialmente se di bassa profondità, ma da consigliare in caso di mareggiate o con mare nella fase iniziale di scaduta. I Porti sono il posto migliore per cominciare ad impratichirsi a questa tecnica e possono offrire "grosse" sorprese, anche con acque tranquille ed in orari non proprio ideali.
Lo spinning si pratica tutto l'anno, con un incremento particolare delle catture in estate e in autunno, momento i cui sono presenti i pelagici. L'inverno è il momento propizio per le grosse Spigole, ammesso che si conoscano le poste buone. Dal punto di vista meteo, un mare piatto e limpido non invoglia certo alla battuta e non può che procurarci un bel "cappotto"! Le altre condizioni sono più allettanti ed il massimo è il mare nella fase iniziale di scaduta. Gli orari migliori sono, come sempre, il mattino presto ed il tramonto. Con acque molto mosse si può provare, con qualche probabilità di riuscita, a qualsiasi ora.
Lo spinning si pratica tutto l'anno, con un incremento particolare delle catture in estate e in autunno, momento i cui sono presenti i pelagici. L'inverno è il momento propizio per le grosse Spigole, ammesso che si conoscano le poste buone. Dal punto di vista meteo, un mare piatto e limpido non invoglia certo alla battuta e non può che procurarci un bel "cappotto"! Le altre condizioni sono più allettanti ed il massimo è il mare nella fase iniziale di scaduta. Gli orari migliori sono, come sempre, il mattino presto ed il tramonto. Con acque molto mosse si può provare, con qualche probabilità di riuscita, a qualsiasi ora.
PREDE

Spigola: È la più ricercata dal pescatore a spinning e catturarla richiede conoscenza delle abitudini del pesce e scelta del momento migliore. Attacca principalmente minnows e ondulanti e và cercata sopratutto in superficie e in acque torbide e ricche di spuma, sulla costa rocciosa bassa, le spiaggie e nei porti. Zone "magiche" sono gli estuari di fiumi e piccoli corsi d'acqua.
Occhiata: Rappresenta la preda più comune di questa tecnica e si cattura principalmente con gli ondulanti e minnows. È molto interessata anche alle piume presentate sia come ornamento degli artificiali che con testine e ami piombati. Zona di elezione dell'occhiata, sono le scogliere alte con fondali consistenti.
Aguglia: Molto aggressivo, questo belonide rappresenterà molte volte il "premio di consolazione" del pescatore. Se abbiamo a tiro di canna un branco di aguglie, il divertimento è assicurato. Attacca voracemente i piccoli ondulanti e piume. Non è raro catturarlo anche con i minnows a volte anche di grosse dimensioni. È presente sia sulle coste rocciose che nei porti.
Ricciola: Sarà una preda possibile nei momenti di passo di questo pelagico e non sarà mai allo stato adulto. Presente in prossimità della costa nei periodi di settembre/ottobre, prima di muoversi verso le secche in mare aperto è particolarmente aggressiva ed attacca minnows ed ondulanti consistenti. Presente principalmente sulle coste rocciose alte con fondali consistenti oppure nelle grandi insenature sabbiose.

Pesce Serra: Il predatore per eccellenza è una delle prede più ambite dal pescatore a spinning ed è sicuramente il più difficile da portare a casa. Se anche abbiamo la fortuna di averlo in canna, non è detto che la disputa si concluda a nostro favore. Attacca principalmente minnows nelle misure maxi. Sarà più probabile la sua cattura in prossimità delle punte che si insuano in mare aperto, coste rocciose alte e spiaggie con fondali consistenti.
Leccia: A spinning è possibile catturarne di due specie: la stella e amia. Rappresentano il sogno di ogni pescatore ed è l'unica preda che può raggiungere misure considerevoli. Si insidia con i minnows e i poppers grandi e vistosi. La si deve cercare sulle scogliere alte e nelle ampie insenature sabbiose, anche se non è raro catturarle nelle acque esterne dei porti e nelle darsene. Attacca l'esca principalmente in superficie.
Luccio di Mare: La cattura di un luccio di mare ha sempre un sapore "tropicale", facendoci venire in mente i più famosi barracuda. Sicuramente poco frequente si preannuncierà con un attacco violentissimo e se non stiamo utilizzando un adeguato minnows, sarà difficile portarlo in secco. Dotato di denti affilatissimi, può tranciare facilmente il nylon e rendere inservibile il minnows che stiamo utilizzando. Si incontra sulle scogliere alte con alti fondali. È un predatore che attacca in superficie.
ROCK FISCHING: ESCHE E MONTATURE
Le esche utilizzate nel rock fishing, si possono dividere in due categorie: per il rock "leggero" e per il rock "pesante". Molte esche classiche, come la sardina, fanno parte di entrambe le categorie e vengono impiegate indifferentemente. Per il rock leggero utilizzeremo: vermi (tremoline, bibi, verme americano, murriddu), sarde a tranci o a filetti, gamberi, murici, paguri, mitili (cozze), granchi, tranci di seppia o calamaro. Per il rock pesante si impiegano: sarda a tranci o intera, piccole seppie intere, piccoli polpi, salpe e occhiate (vive o morte), piccoli cefali (vivi o morti), grossi murici e grossi Bibi. Nel rock fishing, come nel Surf Casting, il concetto di boccone grosso uguale predone grosso, trova valido riscontro e risultato, quindi se miriamo a prede di tutto rispetto è necessario impiegare esche sostanziose e di grosso volume. Vedremo quali esche sono più fruttuose, a seconda della montatura impiegata e delle prede che si vogliono catturare successivamente. Un consiglio: se ci rechiamo in un posto per la prima volta impieghiamo, oltre che alle esche che abbiamo deciso di portare, esche raccolte sul posto, utilizzandole in misura della maggior disponibilità. Quindi se in un determinato posto sono massicciamente presenti granchi e stiamo tentando l'orata o il sarago, impieghiamoli come esca principale. Analogamente, se dobbiamo impiegare esca viva per la cattura di serra o spigole, catturiamo i pescetti che per primi si presentano a mangiare la pastura ed inneschiamo con quelli, anche se non sono i classici cefali. In questo modo la nostra esca si presenterà in maniera più naturale integrandosi perfettamente nell'ambiente e nelle consuetudini alimentari dei predoni. Due parole sulla pastura. Nel Rock Fishing viene comunemente impiegata, sia per attirare pesci esca, sia per creare un ambiente attirante attorno alle nostre esche, montando palline di pastura lungo il bracciolo su cui e montato l'amo che, diffondendo il suo odore, porterà la preda a tiro dell'esca. Di solito vengono impiegate pasture a base di sarda, ma anche sfarinati per occhiate e cefali vanno benissimo.
MONTATURE

Le montature classiche del rock fishing sono le seguenti:
Questa è solamente una piccolissima selezione dei terminali del Rock Fishing che, comunque, sono la base per tutte le varianti e le montature specifiche per determinate prede che analizzeremo in appositi articoli ad essi dedicati. Và precisato che l'uso delle montature illustrate è sempre validissimo ed universale, cioè adatto alla cattura di tutte le prede del Rock Fishing.
IL ROCK FISHING

Il Rock Fishing può essere considerato il fratello gemello del Surf Casting, in quanto esso non è che una versione particolare praticata dalle coste rocciose, sia alte che basse. Il principio è lo stesso: sfruttare il momento di mangianza delle prede, presentando loro esche appropriate. Quindi, il Rock Fishing, non può considerarsi una particolare tecnica della tradizionale pesca a fondo, ma una tecnica totalmente diversa e che ha in comune con essa solamente il fatto che si pratica nello stesso ambiente marino, ma è diversa per calamenti, esche e prede. Ma più di tutto è diversa come filosofia e sportività, in quanto il Rock Fishing ama le condizioni atmosferiche più estreme e le catture più impegnative. Inoltre il Rock Fishing, come il Surf Casting, sviluppa tecniche di attacco che si avvalgono di concetti e metodi propri di altre tecniche, come appunto la pesca a fondo, la traina, la pesca di superficie. Per il Rock Fishing l'obbiettivo è la cattura del grosso predatore ed ogni tecnica possibile è valida per raggiungere lo scopo.
DOVE E QUANDO

Infatti le condizioni meteo-marine per praticare il Rock Fishing sono quelle con mare mosso o in scaduta, mentre il mare calmo di solito, non porta a molto. Il mare agitato muove l'aggressività e l'appetito dei predoni e crea quella situazione di pescosità che può farci avere anche più catture. Come per altre tecniche, le condizioni di marea influenzano parecchio le prede e sono da preferire condizioni di movimento delle acque, sia in aumento che in diminuzione, che contribuiscono a creare "movimento". Il Rock Fishing è una tecnica diurna e dà scarsi risultati di notte; le ore migliori sono quelle dell'alba e del tardo pommeriggio fino a tramonto innoltrato. Il Rock Fishing viene praticato tutto l'anno e, a seconda dei posti, può essere più o meno fruttuoso a seconda delle stagioni, anche se come caratteristica generale, l'autunno e l'inverno offrono maggiori mareggiate e condizioni favorevoli per buone catture. In estate è necessario trovare scogliere tranquille e poco frequentate da bagnanti e imbarcazioni o praticare il Rock Fishing esclusivamente nelle ore del primo mattino e sparire dalla circolazione prima dell'arrivo dei bagnanti.
ATTREZZATURA

LA BOLOGNESE: I TERMINALI AZIONE DI PESCA E SUGERIMENTI VARI
TERMINALI
Ora il discorso si complica e diviene assolutamente necessario studiare le abitudini delle nostre probabili prede, i luoghi di pesca, le condizioni meteorologiche, le capacità dei materiali da noi impiegati, in due parole: qui occorrono la preparazione, l' esperienza, la precisione e le conoscenze tecniche. Per i galleggianti da usare in base alle condizioni meteorologiche vi rimando alla 1° parte dell'articolo, il resto mi accingo a descriverlo. 
Terminale N°1
E' sicuramente il preparato più semplice da eseguire e da utilizzare, sia per la sempli- cità di preparazione sia per le sue buone doti di praticità nella manovra. Procuriamoci del monofilo di diametro 0,14-0,08 mm, degli ami n° 10-14, una girella n°16-18, uno stopper(se lo si desidera, ma non è necessario), piombini spaccati da 0.40g e un galleggiante da 1g+1 a 3g+1: il tutto sarà sempre proporzionato alle condizioni meteo e al fondale. Al galleggiante leghiamo uno spezzone di monofilo della lunghezza di 1.20-1.50m, proporzionando la lunghezza alla profondità del fondale(possiamo inserire uno stopper che ci consentirà di modificare la lunghezza del terminale). All' altra estremità del filo leghiamo una girella che ci consentirà di evitare fastidiosi ingarbugliamenti e, a seconda delle capacità del galleggiante e delle condizioni ambientali, possiamo aggiungere in cima dei piombini per zavorrare il tutto(ricordiamo però che, ai fini della sensibilità dell' azione, più leggero è il tutto meglio è). Una volta sistemata la girella dovremo montare l' amo. Ce ne sono di già legati, ma spesso sono montati su un filo sproporzionato alle esigenze per cui sarà meglio provvedere da soli: prendiamo uno spezzone di monofilo del diametro adatto, di lunghezza compresa fra i 50 e gli 80cm e ad una estremità legheremo l'amo, mentre l' altra estremità sarà ancorata alla girella. Non ci resta che innescare i nostri bigattini e verificare le potenzialità del terminale costruito. Nel caso in cui avessimo problemi riguardo alla profondità di pesca, non dovremo fare altro che far scorrere il filo nello stopper e regolarne la lunghezza a nostro piacimento.

Terminale n°2
Come si può notare dall' immagine(è disegnata da me, quindi cercate di essere comprensivi!) non è altro che una variante del terminale n°1(vi ricordo però che nelle competizioni ufficiali terminali del genere sono vietati). L' inizio del procedimento è uguale a quello del 1° terminale; le differenze le troviamo nel montaggio degli ami: non ci sono grosse difficoltà a montare due ami piuttosto che uno, però un paio di accorgimenti saranno utili. Innanzi tutto, premuratevi che gli spezzoni di nylon siano di lunghezza differente almeno del 30% circa tra loro; poi, siate accorti nel legare i due spezzoni alla girella cercando di non sovrapporre i due nodi, sempre al fine di evitare ingarbugliamenti e ulteriori perdite di tempo, oltre che di pazienza.

Terminale n°3
Questo terminale si adatta maggiormente alla pesca di predatori "diffidenti" che studiano l' esca e i suoi movimenti(v. le spigole). Al galleggiante leghiamo uno spezzone di filo lungo circa 1 m e, all' altra estremità, leghiamo un reggilenza fluttuante( si trovano in commercio al costo di poche migliaia di lire). All' altra estremità del reggilenza leghiamo un altro spezzone di filo alla cui fine agganceremo dei piombini spaccati( proporzionati a quanto il galleggiante ci concede). Al braccetto del reggilenza legheremo una porzione di filo della lunghezza compresa fra i 50 e gli 80 cm alla cui punta sarà incorporato l' amo. Le lunghezze, come sempre, saranno dettate dalle nostre effettive esigenze di pesca; quelle espresse in questo servizio rimangono puramente indicative. *Variante leggermente più economica possiamo averla se evitiamo di utilizzare il reggilenza: il filo legato al galleggiante sarà lungo circa 2m e all' altro capo fermeremo i piombini spaccati( che hanno lo scopo di tenere ben ferma la lenza madre); al centro dello spezzone, successivamente, fisseremo il pezzo di filo su cui avremo montato l' amo(questo filo, possibilmente, dev' essere di quello non-affondante).
AZIONE DI PESCA E SUGGERIMENTI VARI
Il nostro posizionamento rispetto allo specchio d' acqua che utilizziamo deve consentirci alcune movenze che risultano necessarie: innanzitutto il nostro appostamento deve consentirci una certa facilità di movimenti (non avventuriamoci su scogli che ci consentano di tenere solo la posizione di pesca: dovremo anche avere a portata di mano la nostra attrezzatura di riserva, almeno quello essenziale, salpare le prede catturate e avere la possibilità di "parcheggiarle" in qualche dove), specie per quanto riguarda i movimenti di lancio e "l' invisibilità" sullo specchio d' acqua interessato (tanto meno ci facciamo vedere dai suoi abitanti, tanto più a loro sembrerà tutto normale, il tutto andrà a beneficio della nostra battuta di pesca).
Preparare i terminali a casa, o comunque prima di recarci sul posto di pesca, ci permetterà di non perdere tempo prezioso e di non sparpagliare la nostra attrezzatura. Cerchiamo di recarci sulla postazione già "pronti per l' uso", l' organizzazione nella pesca ha un ruolo non indifferente. Prima di cominciare colo montaggio dei nostri strumenti , provvediamo a pasturare la zona di pesca: cominceremo a stimolare l' appetito dei pesci e ad attirarli in zona. Sistemiamo la nostra dotazione e inneschiamo l' esca.
Lanciamo, cercando di giungere sul punto che ci interessa con lanci ben assestati( meno ne facciamo meglio è: eviteremo di disturbare continuamente la quiete del mondo sommerso). In caso di cattura, cerchiamo di comprendere di che stazza sia la nostra preda: se siamo al limite delle potenzialità della nostra attrezzatura non affrettiamo le cose: tentiamo di stancare la nostra cattura, per poi salparla sulla spiaggia o raccoglierla col guadino quando entra alla sua portata.
Questo è tutto, sperando di essere stato d' aiuto, specie ai principianti ed ai novizi della tecnica. Questo tipo di pesca, soprattutto all' inizio, è fatta di spigole non allamate e di terminali spezzati(vista la leggerezza della nostra attrezzatura e la stazza, spesso non trascurabile delle prede insidiate) ma, con l' esperienza, diviene molto coinvolgente e proficua.

Terminale N°1
E' sicuramente il preparato più semplice da eseguire e da utilizzare, sia per la sempli- cità di preparazione sia per le sue buone doti di praticità nella manovra. Procuriamoci del monofilo di diametro 0,14-0,08 mm, degli ami n° 10-14, una girella n°16-18, uno stopper(se lo si desidera, ma non è necessario), piombini spaccati da 0.40g e un galleggiante da 1g+1 a 3g+1: il tutto sarà sempre proporzionato alle condizioni meteo e al fondale. Al galleggiante leghiamo uno spezzone di monofilo della lunghezza di 1.20-1.50m, proporzionando la lunghezza alla profondità del fondale(possiamo inserire uno stopper che ci consentirà di modificare la lunghezza del terminale). All' altra estremità del filo leghiamo una girella che ci consentirà di evitare fastidiosi ingarbugliamenti e, a seconda delle capacità del galleggiante e delle condizioni ambientali, possiamo aggiungere in cima dei piombini per zavorrare il tutto(ricordiamo però che, ai fini della sensibilità dell' azione, più leggero è il tutto meglio è). Una volta sistemata la girella dovremo montare l' amo. Ce ne sono di già legati, ma spesso sono montati su un filo sproporzionato alle esigenze per cui sarà meglio provvedere da soli: prendiamo uno spezzone di monofilo del diametro adatto, di lunghezza compresa fra i 50 e gli 80cm e ad una estremità legheremo l'amo, mentre l' altra estremità sarà ancorata alla girella. Non ci resta che innescare i nostri bigattini e verificare le potenzialità del terminale costruito. Nel caso in cui avessimo problemi riguardo alla profondità di pesca, non dovremo fare altro che far scorrere il filo nello stopper e regolarne la lunghezza a nostro piacimento.

Terminale n°2
Come si può notare dall' immagine(è disegnata da me, quindi cercate di essere comprensivi!) non è altro che una variante del terminale n°1(vi ricordo però che nelle competizioni ufficiali terminali del genere sono vietati). L' inizio del procedimento è uguale a quello del 1° terminale; le differenze le troviamo nel montaggio degli ami: non ci sono grosse difficoltà a montare due ami piuttosto che uno, però un paio di accorgimenti saranno utili. Innanzi tutto, premuratevi che gli spezzoni di nylon siano di lunghezza differente almeno del 30% circa tra loro; poi, siate accorti nel legare i due spezzoni alla girella cercando di non sovrapporre i due nodi, sempre al fine di evitare ingarbugliamenti e ulteriori perdite di tempo, oltre che di pazienza.

Terminale n°3
Questo terminale si adatta maggiormente alla pesca di predatori "diffidenti" che studiano l' esca e i suoi movimenti(v. le spigole). Al galleggiante leghiamo uno spezzone di filo lungo circa 1 m e, all' altra estremità, leghiamo un reggilenza fluttuante( si trovano in commercio al costo di poche migliaia di lire). All' altra estremità del reggilenza leghiamo un altro spezzone di filo alla cui fine agganceremo dei piombini spaccati( proporzionati a quanto il galleggiante ci concede). Al braccetto del reggilenza legheremo una porzione di filo della lunghezza compresa fra i 50 e gli 80 cm alla cui punta sarà incorporato l' amo. Le lunghezze, come sempre, saranno dettate dalle nostre effettive esigenze di pesca; quelle espresse in questo servizio rimangono puramente indicative. *Variante leggermente più economica possiamo averla se evitiamo di utilizzare il reggilenza: il filo legato al galleggiante sarà lungo circa 2m e all' altro capo fermeremo i piombini spaccati( che hanno lo scopo di tenere ben ferma la lenza madre); al centro dello spezzone, successivamente, fisseremo il pezzo di filo su cui avremo montato l' amo(questo filo, possibilmente, dev' essere di quello non-affondante).
AZIONE DI PESCA E SUGGERIMENTI VARI

Preparare i terminali a casa, o comunque prima di recarci sul posto di pesca, ci permetterà di non perdere tempo prezioso e di non sparpagliare la nostra attrezzatura. Cerchiamo di recarci sulla postazione già "pronti per l' uso", l' organizzazione nella pesca ha un ruolo non indifferente. Prima di cominciare colo montaggio dei nostri strumenti , provvediamo a pasturare la zona di pesca: cominceremo a stimolare l' appetito dei pesci e ad attirarli in zona. Sistemiamo la nostra dotazione e inneschiamo l' esca.
Lanciamo, cercando di giungere sul punto che ci interessa con lanci ben assestati( meno ne facciamo meglio è: eviteremo di disturbare continuamente la quiete del mondo sommerso). In caso di cattura, cerchiamo di comprendere di che stazza sia la nostra preda: se siamo al limite delle potenzialità della nostra attrezzatura non affrettiamo le cose: tentiamo di stancare la nostra cattura, per poi salparla sulla spiaggia o raccoglierla col guadino quando entra alla sua portata.
Questo è tutto, sperando di essere stato d' aiuto, specie ai principianti ed ai novizi della tecnica. Questo tipo di pesca, soprattutto all' inizio, è fatta di spigole non allamate e di terminali spezzati(vista la leggerezza della nostra attrezzatura e la stazza, spesso non trascurabile delle prede insidiate) ma, con l' esperienza, diviene molto coinvolgente e proficua.
ESCHE E PASTURE PER LA BOLOGNESE
Questo è, per eccellenza, il settore in cui vale il motto "di tutto di più"! Sì, perché non sia mai detto che una micidiale pastura di nostra invenzione o la voracità delle prede non possano rendere superlativo qualcosa che, a prima vista, può sembrare mediocre. Uso questi termini perché mi è capitato spesso di usare esche ultraspecifiche e fare fiasco, mentre il mio "vicino" effettuava catture superlative col "pane del giorno prima"! Cominciamo dalle esche. Ogni preda ha il suo "piatto preferito", sta a noi invitarla a pranzo:
I predatori, pesci che cacciano, adorano sicuramente esche in movimento e visto che qui trattiamo di bolognese e non di spinning, la nostra attenzione non può che ricadere sul "vivo", in particolare il:
bigattino (è la larva della "mosca carnaria" e si potrebbe definire un' esca universale vista la capacità di attirare spigole, saraghi, mormore, aguglie e tutte le minutaglie. Va innescato a gruppi di 2-3 per amo, in modo tale da usarne uno per coprire il gambo dell' amo e gli altri come segnale di richiamo, scodinzolanti in punta d' amo).
Altre possibilità che ben si prestano a questo tipo di pesca sono il coreano, il muriddu, l' americano, la lumaca di mare, ecc.
Ci sono poi altre specie che preferiscono gli sfarinati di grano o prodotti a base di farine di pesce ( o simulacri ): il principe di queste prede è sicuramente il cefalo, amante delle "pastelle" a base di pan-carrè, farina di grano, sarda tritata, pasta d' acciughe e quant' altro.
Passando ora alle pasture, occorre sottolinearne l' importanza: effettuare una buona pasturazione, sia prima dell' inizio sia durante l' azione di pesca, ci consentirà di catturare l' attenzione delle prede che intendiamo insidiare. Con una fionda pasturatrice (da £12000 in su) cerchiamo di far giungere manciate di bigattini (se peschiamo con questo "vivo") sulla zona in cui intendiamo affondare il nostro terminale. Questa tecnica si confà alla pesca di pesci predatori, con questi la pasturazione con sfarinati e simili sarebbe inutili poiché non attraggono la loro attenzione: i predatori amano il movimento, amano sfidare e catturare il proprio cibo. Se, invece, insidiamo cefali e altri pesci amanti dello "sfarinato", sarà sufficiente gettare nella zona di pesca palle di pane bagnato e compresso o piccole palline di "pasta-esca" , finanche le pasture confezionate, reperibili in qualsiasi negozio di articoli da pesca.
Preferirei non essere ripetitivo, ma devo insister sul "di tutto di più": la pesca lascia molto spazio all' estro personale di cui ognuno è dotato e ci consente di inventare qualcosa di nuovo, di proprio e di utile. Se ci dovesse mancare un ingrediente o il negozio delle esche fosse chiuso, sarebbe inutile scoraggiarsi e rinunciare: uniamo fantasia e coraggio(rischiamo anche di fare grossi "buchi nell' acqua") e sforniamo qualcosa di nuovo, dei surrogati o delle alternative agli strumenti classici.
I predatori, pesci che cacciano, adorano sicuramente esche in movimento e visto che qui trattiamo di bolognese e non di spinning, la nostra attenzione non può che ricadere sul "vivo", in particolare il:
bigattino (è la larva della "mosca carnaria" e si potrebbe definire un' esca universale vista la capacità di attirare spigole, saraghi, mormore, aguglie e tutte le minutaglie. Va innescato a gruppi di 2-3 per amo, in modo tale da usarne uno per coprire il gambo dell' amo e gli altri come segnale di richiamo, scodinzolanti in punta d' amo).
Altre possibilità che ben si prestano a questo tipo di pesca sono il coreano, il muriddu, l' americano, la lumaca di mare, ecc.
Ci sono poi altre specie che preferiscono gli sfarinati di grano o prodotti a base di farine di pesce ( o simulacri ): il principe di queste prede è sicuramente il cefalo, amante delle "pastelle" a base di pan-carrè, farina di grano, sarda tritata, pasta d' acciughe e quant' altro.
Passando ora alle pasture, occorre sottolinearne l' importanza: effettuare una buona pasturazione, sia prima dell' inizio sia durante l' azione di pesca, ci consentirà di catturare l' attenzione delle prede che intendiamo insidiare. Con una fionda pasturatrice (da £12000 in su) cerchiamo di far giungere manciate di bigattini (se peschiamo con questo "vivo") sulla zona in cui intendiamo affondare il nostro terminale. Questa tecnica si confà alla pesca di pesci predatori, con questi la pasturazione con sfarinati e simili sarebbe inutili poiché non attraggono la loro attenzione: i predatori amano il movimento, amano sfidare e catturare il proprio cibo. Se, invece, insidiamo cefali e altri pesci amanti dello "sfarinato", sarà sufficiente gettare nella zona di pesca palle di pane bagnato e compresso o piccole palline di "pasta-esca" , finanche le pasture confezionate, reperibili in qualsiasi negozio di articoli da pesca.
Preferirei non essere ripetitivo, ma devo insister sul "di tutto di più": la pesca lascia molto spazio all' estro personale di cui ognuno è dotato e ci consente di inventare qualcosa di nuovo, di proprio e di utile. Se ci dovesse mancare un ingrediente o il negozio delle esche fosse chiuso, sarebbe inutile scoraggiarsi e rinunciare: uniamo fantasia e coraggio(rischiamo anche di fare grossi "buchi nell' acqua") e sforniamo qualcosa di nuovo, dei surrogati o delle alternative agli strumenti classici.
la bolognese
Le tecniche di pesca con una "bolognese" possono essere le più varie (non sia mai detto che la pesca non sia anche fantasia!). Sarà quindi possibile svariare su più fronti: dalla pesca all'inglese (stile importato dal Regno Unito in cui è molto praticato); al ledgering (senza esagerare e tenendo conto dei limiti tecnici dei mezzi); finanche allo spinning. Ma lo stile di pesca che più si confà a questo tipo d'attrezzatura è sicuramente la tecnica "d'importazione" ovvero, per dirla breve, col galleggiante. Non tutti i tipi di galleggianti e non tutti i pesi rientrano in questo tipo di pesca: per essere precisi, occorre includere galleggianti a "penna di pavone" (e le sue numerose imitazioni in materiali artificiali) e i classici galleggianti "inglesi" (costituiti da tubetti di plastica di varia lunghezza e con varie grammature). Pescando dalle nostre parti, e menzionando le specie ittiche presenti nelle acque a noi limitrofe, ci si rende subito conto che le dimensioni delle nostre probabili prede non saranno spropositate e quindi l'attrezzatura dovrà adottare pesi e misure proporzionati: le prede più ambite e maggiormente prestanti (parlo della stazza) sono sicuramente la spigola, il cefalo e il sarago ed è difficile che esemplari superiori al chilo e ½ finiscano allamati nelle nostre "trappole" (anche se non mancano segnalazioni, per mia modesta conoscenza, di spigole di più di 3 kg di stazza: ma l' incontro con questi mostri da costa è molto raro). L' importanza delle giuste proporzioni del "bagaglio" risiede nel fatto che, per fare un esempio concreto, una spigola pesante un kg circa non sarà in grado di portare con sé un galleggiante di 8g+1 e, di conseguenza, non ci darà mai il tempo di ferrare prontamente (imboccherà l' esca ma, al peso enorme da portare sott' acqua, risputerà il tutto con nostra estrema delusione!). Detto questo, sempre per modestia e umiltà, ma anche per non lasciare nulla al caso, devo ammettere che con un galleggiante da 50g mi è capitato di catturare un donzella; ma devo affermare, in modo definitivo, che la pesca è uno sport probabilistico e come tale va praticato, cercando di non lasciare nulla al caso e curando la metodicità, specie quando i risultati sono buoni
DOVE PRATICARLA

I) cerchiamo luoghi che ci permettano di avere a poca distanza da noi delle profondità adeguate (almeno 1 e ½ - 2 metri min. di profondità ad un max. di 20 metri ca. di distanza da riva); questo è importante per due motivi: 1- le prede più pregiate non stazionano né mangiano a profondità inferiori; 2- con un galleggiante del peso di 3/4g max. sarà molto arduo arrivare oltre i 20/25 metri da riva, specie nelle giornate ventose;
II) i moli artificiali dei porti e delle insenature vicino ai centri portuali offrono un buono scenario di pesca: profondità elevata a distanza piuttosto ravvicinata e, il più delle volte, offrono un buon riparo dalle intemperie;
III) le spiagge esclusivamente sabbiose sono, quasi totalmente, da escludere visto che, nella stragrande maggioranza dei casi, digradano molto lentamente ed è difficile avere la profondità che cerchiamo( in quei casi lo scenario si presta maggiormente al surf-casting o al beach-ledgering);
IV) validissime risultano anche le scogliere che offrono un panorama ben più ampio delle acque interne ad un' insenatura artificiale vista la vitalità delle acque che le bagnano e la varietà di specie che le frequentano ma, anche qui, non è tutto oro quello che luccica: in caso di mare mosso o di giornata ventosa pescare in questi punti diviene un' istigazione al suicidio e non va sottovalutata la "questione comodità" per farla breve, valutate da voi il luogo che più si confà alle vostre capacità e necessità!
ATTREZZATURA

CANNE
Per bolognese s' intende una canna telescopica, di lunghezza compresa fra i 4 e gli 8 metri ( ma anche oltre) e anelli distribuiti lungo tutto lo sviluppo dell' attrezzo, che si presta ad uno squisitamente costiero che necessiti dell' uso di galleggianti. Detto questo, la nostra scelta potrà ricadere sugli attrezzi più svariati: dalle economiche e robuste bolognesi in fibra di vetro che ci consentiranno di effettuare il giusto periodo di apprendistato ( £ 30.000- 65.000), alle raffinate canne in fibra di carbonio ad alto modulo e con diverso tipo d' intreccio( da £ 85.000 finanche ai 2.000.000 e non so se ci si fermi qui!). Chi è alle prime armi, o comunque non può scialacquare quel tanto che ha potrà concentrare la propria attenzione sul primo tipo di dotazione; chi invece ha già acquisito una certa esperienza e/o non ha problemi di contabilità non ha che l' imbarazzo della scelta. Le canne di lunghezza inferiore, 4/5/6 m, si adattano alla pesca più distanziata da riva e detengono doti di maneggevolezza nelle fasi di lancio; mentre le canne più lunghe, da 7m in poi, ci consentiranno una pesca "in loco", quasi senza la necessità di effettuare lanci ( quasi come con le roubaisienne). Ritengo che come primo acquisto ci si possa orientare su una bolognese di 5-6 m che è "universale", per poi successivamente seguire la nostra strada.
MULINELLI
Con i mulinelli vale, mutatis mutandis, lo stesso discorso fatto per l' attrezzo pocanzi descritto: molto dipende dal nostro budget. Ci sono attrezzi di tutte le specie: dai modelli ultima generazione in alluminio/acciaio/nichel ai modelli meno di punta che costano anche 20-30.000 lire. All' inizio un "giocattolino" andrà bene, dopo però se ne avvertiranno tutti i limiti: dalla forma della bobina al rapporto di recupero, dai finimenti in plastica al gioco all' indietro, ecc. L' esperienza fattami in diversi anni mi inducono a ritenere che un mulinello auspicabile debba avere queste caratteristiche: lungo rapporto di recupero, finimenti in metallo, gioco all' indietro pari a 0 ( o quasi), dislivello della bobina di max. 3mm, anche se, come sempre, degustibus…
GALLEGGIANTI
Dalla pera alla penna di pavone, dagli inglesi alle bombarde, non c' è che l' imbarazzo della scelta. Occorrerà solo prestare attenzione ad un paio di condizioni:

Qui è quasi impossibile dare indicazioni più o meno dettagliate, questo perché lo scelta del monofilo e del filo per terminali è condizionata da numerosi fattori come la visibilità sottomarina, le capacità visive dei pesci, la stazza delle prede che stimo insidiando, il tipo di attrezzatura che abbiamo in dotazione. In linea di massima:
ALTRI ACCESSORI
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